Alzate laterali
  • Le buone abitudini, nel tempo, portano a grandi risultati. 

Negli ultimi anni è cresciuta la consapevolezza dei benefici derivanti dall’attività fisica e, ancor più, dall’efficacia di una corretta programmazione della preparazione nel lungo periodo.

In pratica, ha attecchito il seme del sano movimento all’interno della routine quotidiana.

  • La speranza è l’ultima a morire. 

Qualcosa interviene a interrompere la sana abitudine… Può essere un infortunio, un problema personale, una priorità diversa, oppure, come in questo caso, l’improvvisa chiusura delle palestre. 

Qual’è la reazione psicologica naturale? In un primo momento ci si trova spaesati, incapaci di reagire di fronte a un evento fuori dal nostro controllo; si tende ad aspettare, convinti che presto le cose cambieranno, si aggiusteranno. 

  • Un buon motivo per smettere può essere un’ottima scusa.

Dopo un periodo ragionevole, avviene la reazione: ci si adatta o si reagisce.

È tutta qui la differenza tra quello che sei e quello che vuoi essere: puoi subire gli effetti negativi di quanto ti ha riservato la sorte lasciando vincere la pigrizia e l’apatia, accettando di perdere i risultati faticosamente guadagnati tra fatica, determinazione e sudore, decidere di aspettare che le cose tornino a posto seguendo il naturale corso degli eventi.

Oppure puoi reagire! E qui ci sta bene una frase che mi aiuta nei momenti d’incertezza:

  • Fare le vele a seconda del vento.

Non è facile e non è per tutti, anche se la soluzione può essere praticamente istantanea.

Upper back

È idea comune che molte delle caratteristiche delle persone sono difficilmente mutabili e che, in pratica, uno nasce coraggioso o pauroso, volenteroso o indolente, attento o distratto, e così via. 

In realtà cambiare è possibile, ma richiede impegno. 

Per prima cosa occorre essere consapevoli della caratteristica che vorremmo migliorare e poi operare scelte che portino nella direzione necessaria al cambiamento, ovvero optare per la strada più impegnativa, perché contraria alla scelta dettata involontariamente dalla caratteristica negativa che fino a quel momento ci appartiene.

Complicato? Diciamolo più semplicemente: se ti fermi un attimo a pensare, scopri di sapere quasi sempre qual’è la cosa giusta da fare ma, molto spesso, pensi che il gioco non vale la candela o che l’azione richiede troppo sforzo, cadendo nella decisione di non agire pur sapendo che perderai qualcosa. 

  • Non posso essere io il limite di me stesso!

Se una cosa si deve fare, e questo dipende da me, allora la cosa verrà fatta. 

Se accettiamo di non essere i limiti di noi stessi, moltiplichiamo la possibilità di successo in ogni campo della nostra vita.

Manubri

Mi rendo conto di aver peccato di presunzione, affrontando argomenti che potrebbero sembrare poco attinenti al mondo della formazione sportiva, ma vi invito a guardare oltre alle semplici parole per afferrare il concetto che

  • rendersi conto della situazione
  • pensare a cosa è giusto fare
  • programmare nel lungo periodo
  • passare all’azione

è la giusta sequenza di passi da portare avanti, uno dopo l’altro, per arrivare a ottenere i risultati.

Vagando per il web, è facile notare come gli articoli/video più gettonati, nell’ambito sportivo legato alle palestre, siano quelli dedicati all’home gym.

Eppure manca qualcosa… questo è quello che penso ogni volta che ne guardo uno.

Allenarsi a casa, per proprio conto, è veramente difficile.

Le palestre sono attrezzate con macchine, che costano svariate migliaia di euro l’una, dedicate a specifici muscoli. Limitano il rischio di farsi male e aiutano nel corretto svolgimento del movimento.

L’alternativa, quella di allenarsi con manubri e bilanciere, è già molto, ma molto più impegnativa. Presuppone una preparazione e un’esperienza di buon livello e, spesso, l’assistenza di un partner di allenamento. Il rischio di farsi male e, comunque, di non essere abbastanza efficaci negli stimoli, è praticamente una certezza per la maggior parte delle persone.

Quindi, non credo che avere a casa una panca, due manubri e un bilanciere sia la soluzione definitiva per tutti.

In sostanza, l’allenamento “fai da te” casalingo, è – generalmente – poco efficace per l’atleta esperto e quanto meno pericoloso per l’atleta con poca esperienza.

So che quanto sto per dire verrà visto dalla maggior parte dei lettori come un “portare l’acqua al proprio mulino” ma, vi invito caldamente, a cercare tra le mie parole qualcosa che non vi torna, qualcosa che vi sembra poco coerente con il termine “concetti maturati da una lunga esperienza”.

La formula magica, non per continuare la preparazione fisica, ma per salire di livello sfruttando il concetto di “fare le vele a seconda del vento” – che vuol dire adattarsi alle circostanze – consiste nel farsi aiutare da un personal trainer a preparare un programma costruito su misura sulla persona, considerando i mezzi che si hanno a disposizione e il tempo che si può dedicare. 

Detta così può sembrare una soluzione semplicistica, perché – effettivamente -sono poche parole che, come l’introduzione di un libro, fanno da incipit a un discorso molto articolato.

Dietro al parabento c’è un primo contatto – ovviamente – non vincolante, dove ci si conosce, si stabilisce il punto di partenza, gli obiettivi e si decidono le regole del gioco.

Il compito del personal trainer, è quello di usare la propria esperienza per assistere l’allievo lungo il percorso attraverso i passaggi più efficaci per ottenere i giusti risultati.

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